Giovanni Testori: uno degli autori più complessi, contraddittori, eclettici e prolifici del Novecento italiano
Una conferenza di Bruno Beffa
Giovanni Testori (1923-1993), “penna formidabile e vulcanica”, è lo scrittore scandaloso della Milano degli emarginati, il perlustratore dei segreti, delle viscere dolorosamente vitali della capitale lombarda. Nelle sue pagine, intrise di guerra, esilio e solitudine, la parola diventa un corpo da amare, torturare e infine distruggere. La sua opera si caratterizza per la straordinaria varietà stilistica: dal linguaggio dialettale del Dio di Roserio, all’italiano alto e lirico della Gilda del Mac Mahon, all’espressionismo esasperato del Macbetto, al lirismo blasfemo di Nel tuo sangue, alla lingua triturata del Confiteor
e di In exitu. Testori – oltre che poeta, saggista, drammaturgo, pittore, regista e attore – è anche un finissimo appassionato nonché critico d’arte: si pensi ai suoi studi sul Cairo, su Gaudenzio Ferrari, sul Tanzio, su Varlin, oppure alla scoperta e alla rivalutazione del Sacro Monte di Varallo, “gran teatro montano”.
Bruno Beffa, dottore in lettere, già insegnante di italiano al Liceo, alla Scuola magistrale, all’ISPFP e alla SUPSI, si occupa principalmente di Umanesimo, di figure e vicende del Settecento nella Svizzera italiana, di ex voto e del testo narrativo. Ha scritto articoli di varia natura, prefazioni a pubblicazioni di poesia e prosa (A. Jelmini, A. Gnesa, G. Tognola, D. Calastri, P. Regolatti) e pubblicato diversi volumi; fra questi ricordiamo l’antologia di prose moderne Il libro dei racconti brevi
(Scandicci, La Nuova Italia, 1998) e le raccolte L’umorismo vien ridendo (Bellinzona, Centro didattico cantonale, 2001), E lasciateci fantasticare: favole, fiabe, racconti fantastici d’autore per le scuole elementari (Id., 2004).
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